Il senso e lo spirito del cohousing

Foto di Matteo NobiliNegli ultimi tempi, sta crescendo anche in Italia l’attenzione e la sensibilità verso il cohousing, e noi della Cooperativa Numero Zero non possiamo che esserne felici. Il nostro progetto di cohousing urbano (nel centro storico di Torino) è stato oggetto di una notevole attenzione da parte dei media (quotidiani locali e nazionali, riviste, trasmissioni radiofoniche e televisive) e noi abbiamo cercato di cogliere questa opportunità di visibilità per testimoniare il vero significato del cohousing, che non è semplicemente un modello architettonico o un espediente per risparmiare sulla spesa di acquisto e ristrutturazione della casa. Per noi e per l’associazione CoAbitare, da cui il nostro gruppo ha avuto origine, il cohousing consiste prima di tutto in uno stile di vita, una modalità abitativa e di relazione con il prossimo, una scelta di cittadinanza attiva che investe sulla condivisione e sulla solidarietà come antidoto contro l’isolamento, la solitudine, la diffidenza, la paura.

Per ottenere un simile risultato, diventa fondamentale che il gruppo di futuri cohousers stabilisca sin dall’inizio delle prassi di collaborazione e di responsabilizzazione, a partire dal metodo della progettazione partecipata: ovviamente, è necessario il supporto di professionisti anche retribuiti (nel nostro caso, disponibili all’interno del gruppo stesso), ma lo sviluppo del progetto deve vedere la partecipazione di tutti  perché solo in questo modo il gruppo sperimenta da subito cosa significa collaborare e condividere, discutere e mediare le decisioni, gestire i conflitti e conquistare uno spirito di solidarietà, acquisire  consapevolezza dei propri doveri e delle proprie responsabilità prima ancora che dei propri diritti.
In questo senso, il “fai-da-te”, per quanto complicato e faticoso, è parte costitutiva e integrante del processo di costruzione di un gruppo di cohousing e, in questo senso, non può certamente essere sostituito da  un servizio di progettazione e realizzazione “chiavi in mano”.

Allo stesso modo, non si può ridurre la scelta del cohousing a ragioni di pura convenienza economica. Addirittura, anzi, può accadere che i prezzi al metro quadro dei singoli alloggi siano superiori agli standard perché comprendono i costi delle cosiddette parti comuni: sale riunioni, locali cucina o lavanderia, laboratori, aree gioco per i bambini, locali magazzino per alimenti e prodotti acquistati in gruppo, aree verdi e  terrazzi comuni… Tuttavia, questo aggravio di costo viene compensato dal fatto che, potendo disporre di tanti servizi e spazi condivisi, i singoli alloggi potranno essere più piccoli. Inoltre, in coerenza con lo  spirito di responsabilità che lo anima, un gruppo di cohousing generalmente punta a realizzare soluzioni edilizie rispettose dell’ambiente, all’insegna del massimo risparmio energetico e dell’utilizzo di materiali  ecologici e di recupero. In questo modo, i costi di costruzione possono non essere immediatamente convenienti. Ma sono tutte scelte che investono sul futuro e sulla qualità dell’ambiente di vita.
Infine, chissà a quali cifre arriveremmo se venissero valutati anche i costi in termini di impegno, tempo, fatica e preoccupazione a carico di ciascuno di noi!

È quindi evidente che la filosofia del cohousing è qualcosa di molto più vasto e ricco di quanto emerga da alcuni articoli pubblicati recentemente, in cui questo sembra essere dipinto come un modo per acquistare un appartamento “trendy” a costo ridotto. È soprattutto una scelta di vita.

Queste nostre considerazioni non sono il libro dei sogni di un gruppo isolato. Esse sono condivise da un buon numero di   associazioni di promozione del cohousing che si sono costituite in varie località d’Italia (da Torino a Firenze, da Faenza a Roma, da Varese a Ferrara e Bologna) e che si sono incontrate e confrontate prima tramite il WEB e poi, il 10 aprile del 2010, in un convegno a Firenze, per costituire una Rete Nazionale del Cohousing.
Si tratta di una comunità di normali cittadini che volontariamente si impegnano per realizzare e diffondere un diverso modo di vivere, fondato sulla relazione e la condivisione anziché sull’ossessione della privacy.
La Rete sta anche lavorando per stabilire una collaborazione con le diverse Amministrazioni Locali perché siamo convinti che da una simile mutazione di costume possa derivare un vantaggio per la società nel suo complesso. E siamo fiduciosi di poterlo dimostrare anche a chi ancora ci dice che “dopo tutto, state semplicemente costruendo casa vostra…”.

Bruna e Paolo

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